L’INFORMAZIONE TRATTA IN PREVALENZA OMICIDI, VIOLENZE E PROCESSI
Nel febbraio 2001 scrissi l’editoriale di COSTO ZERO (visibile sul mio sito www.antonioparavia.it nelle “riflessioni datate”) dal titolo L’INFORMAZIONE NEL BEL PAESE; tale testo è ripetibile ora, a distanza di oltre 24 anni, visto quanto viene rappresentato ancora oggi dalle TV e dai giornali; questi perseverano nel privilegiare omicidi, violenze e processi.
Tali negatività rappresentano, quotidianamente, la parte principale dei notiziari televisivi, delle trasmissioni di approfondimento e di quasi tutta la carta stampata.
Una insopportabile rappresentazione dell’Italia che danneggia, profondamente, la sua immagine dentro e fuori i confini; inoltre sembra attribuire un primato per la criminalità in Europa che non corrisponde affatto al vero.
Infatti facendo una semplice ricerca si può scoprire che per Eurostat nel 2022 l’Italia rientra tra i Paesi europei più sicuri in termini di tasso di omicidi con un 0,54 per 100.000 abitanti, superiore solo a quelli della Svizzera e della Norvegia; non solo ma poi si scopre da POST che il tasso in Germania è dello 0,9 nel Regno Unito del1,2 e in Francia addirittura del 1,4.
Allora perché qualsiasi nostro telegiornale (sia reti pubbliche che private) apre quasi sempre con l’omicidio del giorno e il “riepilogo” di quelli precedenti? Perché poi si prosegue con pseudo trasmissioni di approfondimento, per lunga parte della giornata televisiva, nelle quali opinionisti/tuttologi dicono la loro formando un deprimente teatrino in uno al conduttore? Mi chiedo perché negli altri Paesi Europei ciò non avviene; da loro le notizie principali riguardano l’economia, la politica, il sociale, la scienza, la cultura e tanto sport mentre ai fatti criminali solo raramente si fa cenno; nella vicina Francia si registrano quasi il triplo degli omicidi ma si guardano bene a trattarli come notizie di rilievo.
Alla RAI suggerirei di cambiare nome ad alcune trasmissioni di punta tra queste: per Storie Italiane proporrei Morti Italiane e per la Vita in Diretta invece Autopsie in diretta. A parte il titolo dei programmi, così almeno più aderente ai contenuti trattati, mi domando se questi non possano rappresentare per le menti deboli una azione di marketing criminale; da queste ho imparato che nel caso volessi uccidere qualcuno devo stare attento a: -lasciare i cellulari a casa vicino a un computer acceso per qualche ricerca o meglio un film (già visto altrove), -recarmi sul posto esclusivamente con mezzi pubblici ben camuffato (occhiali scuri, berretto, guanti da chirurgo ma vanno bene pure quelli del supermercato e un abbigliamento simile ad altri capi posseduti calzando scarpe almeno di due numeri superiori), -evitare nel percorso, breve o lungo che sia, di alzare lo sguardo tenendolo esclusivamente in basso per evitare telecamere pubbliche ma anche private dí negozi e altri, -non starnutire né sputare meno che mai fumare lasciando cicche in giro, -dopo l’omicidio tornare subito a casa e fare a pezzetti l’intero abbigliamento utilizzato, scarpe comprese, bruciarlo e poi fare sparire i resti nel water e vestendosi subito dopo con capi e scarpe simili andando magari al bar, vicino casa, a prendere il caffè attardandosi a discutere con il barista e/o altri sulla miscela se si tratta di Arabica o Robusta, -non commentare mai tale delitto con alcuno, meno che mai con un giornalista, perché il silenzio è sempre d’oro. Non avendo alcuno da uccidere a breve mi fermo qui, potendo ancora riflettere su tanti altri aspetti che vengono sciorinati attraverso il video. Le trasmissioni che trattano lo svolgimento e/o l’esito dei processi sono altrettanto inquietanti; spesso sembrano processi ai processi e mettono in ridicolo, in verità spesso anche a giusta ragione, le indagini di polizia giudiziaria, il ruolo dei PM, lo svolgimento delle udienze e le sentenze di diverso grado.
In precedenza ho già scritto dei pericoli che il tanto ciarlare di omicidi può influenzare le menti deboli; credo infatti che il rischio dell’emulazione può troppo facilmente attraversare il video. Non ricordo chi ha scritto che dopo le tante puntate di Porta a Porta sul delitto del bimbo di Cogne (caso Franzoni) si è registrato un incremento delle uccisioni di piccole creature da parte di mamme particolarmente fragili. Alcuni affermano che è la domanda a governare le cose per cui il successo di pubblico di tale informazione ne determina la crescita e il prosieguo infinito; credo invece che manchi una seria offerta alternativa sui canali più seguiti dal pubblico e, in particolare modo, negli orari di punta. Programmi di qualità, per fortuna, ve ne sono ma vengono però trasmessi in altre fasce orario di minore visibilità mentre potrebbero costituire una valida alternativa a tanto squallore di fatto imposto. Per esempio “Dottori in corsia (RAI 3)” informa bene su alcune delle tante eccellenze italiane in campo medico e con tanta qualità giornalistica approfondisce situazione tragiche poi risolte positivamente da tanti brillanti medici; orario del programma oltre le 23:00 sigh! Inchieste similari sulle infinite positività presenti in Italia in ogni settore produrrebbero di certo effetti emulativi ma in questo caso altamente positivi; dí ciò l’Italia ha veramente bisogno affinché cresca la fiducia e il desiderio di migliorarsi di ciascuno. Antonio Paravia
Tali negatività rappresentano, quotidianamente, la parte principale dei notiziari televisivi, delle trasmissioni di approfondimento e di quasi tutta la carta stampata.
Una insopportabile rappresentazione dell’Italia che danneggia, profondamente, la sua immagine dentro e fuori i confini; inoltre sembra attribuire un primato per la criminalità in Europa che non corrisponde affatto al vero.
Infatti facendo una semplice ricerca si può scoprire che per Eurostat nel 2022 l’Italia rientra tra i Paesi europei più sicuri in termini di tasso di omicidi con un 0,54 per 100.000 abitanti, superiore solo a quelli della Svizzera e della Norvegia; non solo ma poi si scopre da POST che il tasso in Germania è dello 0,9 nel Regno Unito del1,2 e in Francia addirittura del 1,4.
Allora perché qualsiasi nostro telegiornale (sia reti pubbliche che private) apre quasi sempre con l’omicidio del giorno e il “riepilogo” di quelli precedenti? Perché poi si prosegue con pseudo trasmissioni di approfondimento, per lunga parte della giornata televisiva, nelle quali opinionisti/tuttologi dicono la loro formando un deprimente teatrino in uno al conduttore? Mi chiedo perché negli altri Paesi Europei ciò non avviene; da loro le notizie principali riguardano l’economia, la politica, il sociale, la scienza, la cultura e tanto sport mentre ai fatti criminali solo raramente si fa cenno; nella vicina Francia si registrano quasi il triplo degli omicidi ma si guardano bene a trattarli come notizie di rilievo.
Alla RAI suggerirei di cambiare nome ad alcune trasmissioni di punta tra queste: per Storie Italiane proporrei Morti Italiane e per la Vita in Diretta invece Autopsie in diretta. A parte il titolo dei programmi, così almeno più aderente ai contenuti trattati, mi domando se questi non possano rappresentare per le menti deboli una azione di marketing criminale; da queste ho imparato che nel caso volessi uccidere qualcuno devo stare attento a: -lasciare i cellulari a casa vicino a un computer acceso per qualche ricerca o meglio un film (già visto altrove), -recarmi sul posto esclusivamente con mezzi pubblici ben camuffato (occhiali scuri, berretto, guanti da chirurgo ma vanno bene pure quelli del supermercato e un abbigliamento simile ad altri capi posseduti calzando scarpe almeno di due numeri superiori), -evitare nel percorso, breve o lungo che sia, di alzare lo sguardo tenendolo esclusivamente in basso per evitare telecamere pubbliche ma anche private dí negozi e altri, -non starnutire né sputare meno che mai fumare lasciando cicche in giro, -dopo l’omicidio tornare subito a casa e fare a pezzetti l’intero abbigliamento utilizzato, scarpe comprese, bruciarlo e poi fare sparire i resti nel water e vestendosi subito dopo con capi e scarpe simili andando magari al bar, vicino casa, a prendere il caffè attardandosi a discutere con il barista e/o altri sulla miscela se si tratta di Arabica o Robusta, -non commentare mai tale delitto con alcuno, meno che mai con un giornalista, perché il silenzio è sempre d’oro. Non avendo alcuno da uccidere a breve mi fermo qui, potendo ancora riflettere su tanti altri aspetti che vengono sciorinati attraverso il video. Le trasmissioni che trattano lo svolgimento e/o l’esito dei processi sono altrettanto inquietanti; spesso sembrano processi ai processi e mettono in ridicolo, in verità spesso anche a giusta ragione, le indagini di polizia giudiziaria, il ruolo dei PM, lo svolgimento delle udienze e le sentenze di diverso grado.
In precedenza ho già scritto dei pericoli che il tanto ciarlare di omicidi può influenzare le menti deboli; credo infatti che il rischio dell’emulazione può troppo facilmente attraversare il video. Non ricordo chi ha scritto che dopo le tante puntate di Porta a Porta sul delitto del bimbo di Cogne (caso Franzoni) si è registrato un incremento delle uccisioni di piccole creature da parte di mamme particolarmente fragili. Alcuni affermano che è la domanda a governare le cose per cui il successo di pubblico di tale informazione ne determina la crescita e il prosieguo infinito; credo invece che manchi una seria offerta alternativa sui canali più seguiti dal pubblico e, in particolare modo, negli orari di punta. Programmi di qualità, per fortuna, ve ne sono ma vengono però trasmessi in altre fasce orario di minore visibilità mentre potrebbero costituire una valida alternativa a tanto squallore di fatto imposto. Per esempio “Dottori in corsia (RAI 3)” informa bene su alcune delle tante eccellenze italiane in campo medico e con tanta qualità giornalistica approfondisce situazione tragiche poi risolte positivamente da tanti brillanti medici; orario del programma oltre le 23:00 sigh! Inchieste similari sulle infinite positività presenti in Italia in ogni settore produrrebbero di certo effetti emulativi ma in questo caso altamente positivi; dí ciò l’Italia ha veramente bisogno affinché cresca la fiducia e il desiderio di migliorarsi di ciascuno. Antonio Paravia
03.11.2025
Ex senatore della Repubblica (XV e XVI LEG.) www.antonioparavia.it
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